L'INFLAZIONE È TORNATA MA NON C'È VACCINO
di Pietro Bucolia | pubblicato il 5 dicembre 2021
Si può ancora parlare di inflazione transitoria? I Rischi di Inflazione sono ancora in rialzo e questo non può essere trascurato dai mercati, dagli investitori e dai risparmiatori.
Il carovita è tornato. E leggendo i numeri il conto è salato per tutti. Soprattutto per le persone a basso reddito. Per rendercene conto basta andare a fare un pieno al distributore. Mi ricordo che un anno fa con 68,00 € facevo il pieno. Oggi, lo stesso pieno mi costa circa 98,00 €. Il cappuccino al bar lo pago almeno 10 centesimi in più rispetto ad un anno fa. Però, i volantini dei supermercati ci fanno l'occhiolino e ci strillano ottimismo: I prezzi salgono e noi vi riempiamo di sconti.
Ma l’inflazione ci deve preoccupare davvero? E' davvero transitoria? A queste domande e ad altre risponderò in maniera articolata ed approfondita con diversi contributi a partire da questa introduzione.
Fino a qualche settimana fa le grandi banche centrali parlavano con una voce sola di inflazione transitoria. Ora le cose sono cambiate. Madame Lagarde presidente della BCE vede "il profilo dell'inflazione come una gobba oggi al picco, ma in discesa nel 2022." Mister Jerome, presidente della Federal Reserve, appena riconfermato nel suo ruolo, invece ha dichiarato: “Tendiamo ad utilizzare il termine ‘transitorio’ per indicare che l’inflazione non avrà un impatto permanente in termini di marcato aumento dei prezzi. Credo però sia arrivato il momento di mettere da parte questa espressione e provare a spiegare in modo più chiaro che cosa vogliamo dire.”
Il percorso della ripresa si presenta complicato e pieno di insidie. L'inflazione oggi è il pericolo più grande per le economie avanzate. I numeri sono da brivido. Negli Stati Uniti, l'inflazione a novembre è tornata indietro di trent'anni superando il 6 per cento annuo. In Germania al 5,2 per cento. In Italia al 3,8 per cento. Un numero certo più ragionevole il nostro, anche se sopra il livello di guardia fissato al 2 per cento a livello europeo. Comunque numeri che ci fanno entrare in un'altra storia.
Allora che fare? L'inflazione oggi è un fenomeno sfuggente. Non è un questione di cifre. Purtroppo, non risponde alle cure tradizionali. L'inflazione "si sta rivelando un nemico difficile da combattere - scrive l'economista Mario Deaglio su La Stampa - quanto il Covid. Come il Covid si tratta di una nuova variante, con la differenza che contro l’inflazione non disponiamo di alcun vaccino. La sua caratteristica è di presentarsi “a grumi”, legati a fenomeni specifici, in grado non solo di determinare prezzi più alti ma anche di rallentare la produzione di settori ben determinati, e di non rispondere alle medicine tradizionali ossia soprattutto a politiche monetarie restrittive."
I ritardi nelle consegne sono uno di questi grumi che aumentano il rischio inflazione. Le misure ultra restrittive cinesi per contenere la diffusione del Covid19, vietano il cambio di equipaggio, obbligando l’equipaggio delle navi entranti a fare fino a sette settimane di quarantena. Un tempo eterno che fa aumentare i ritardi nelle consegne e fa lievitare i costi di spedizione. Anche, i porti americani sono nei guai. A Los Angeles e Long Beach, dove si concentra il 40 per cento delle merci straniere in arrivo negli Stati Uniti sono in tilt con code record di navi in attesa di poter scaricare e difficoltà di trasporto una volta che le merci sono a terra.
Sembra che le “catene del valore” dell’economia globale sono in grave difficoltà. Per mancanza di investimenti in strutture fisiche e in capitale umano. E per rigenerare il sistema forse sono necessari anni e tanti investimenti in competenza dei lavoratori, in banchine, magazzini e sistemi stradali. In sintesi, i rischi inflazione sono ancora in rialzo e questo non può più essere trascurato dai mercati, dagli investitori e dai risparmiatori che tengono beatamente i soldi sui conti correnti.