E' L'ANNO DELLE BANCHE?
di Pietro Bucolia | pubblicato il 19 gennaio 2022
DOPO OLTRE 20 ANNI - (IN TEORIA ) - QUESTO E' L'ANNO DELLE BANCHE. PERCHÈ LE BANCHE SONO LE DIRETTE BENEFICIARIE DELLA FINE DELLE POLITICHE MONETARIE ACCOMODANTI.
L'inflazione ha alzato la testa. DAVVERO TANTO! E’ da mesi che ce ne siamo accorti andando a fare la spesa o facendo il pieno all'auto. E per alcuni beni gli aumenti sono esorbitanti. Il carovita si fa sentire. SOPRATTUTTO nella vita delle persone e delle famiglie economicamente più fragili. Tutto questo è preoccupante.
Di fronte a questa situazione difficile, c’è la necessità e la responsabilità delle banche centrali di tutto il mondo di fronteggiare l’inflazione con l'aumento dei tassi di interesse. Sembra che la Fed (la banca centrale americana) sarà costretta ad aumentare i tassi con maggiore velocità delle attese e forse anche con una certa intensità.
In questo scenario, da mesi gli investitori professionali stanno guardando con sempre maggiore attenzione e favore al comparto bancario, sia in Europa che in USA. Sembra che dopo vent’anni di delusione il settore bancario possa iniziare a diventare interessante ed attraente.
Tanto per fare un po' di storia, ricordiamo che chi ha comprato il settore bancario nel 2002 è ancora in forte perdita con un ribasso di oltre il 50%. Una perdita del settore bancario rispetto al mercato in generale importante, quasi imbarazzante. Chi ha investito su questo settore nel 2000 ha portato a casa solamente delusioni. Da inizio anno le banche sono partite bene. Ma il divario di risultati con il mercato appare ancora molto grande.
Cosa prevedono per quest’anno gli esperti dei mercati finanziari?
C’è un sentire comune tra strategyst, guru e analisti finanziari. A sentire loro, il 2022 sarà l’anno delle banche. Sulla carta potrebbe essere vero, perché il mercato monetario è in movimento e sta cambiando profondamente.
Il 2022 sarà l’anno del punto e a capo delle politiche accomodanti delle banche centrali? In USA è già inizato il tapering. In Europa, a partire da marzo gli acquisti della BCE saranno quasi insignificanti. Si concluderà il PEPP. E questo gia’ potrebbe spingere il mercato a vendere bond con il conseguente aumento dei tassi impliciti delle curve. E’ da evidenziare che la FED da tempo ci parla di rialzi e forse quelli scontati dal mercato saranno insufficienti e ci sarà un ritocco al rialzo nei prossimi mesi. Anche la BCE potrebbe alzare i tassi.
Le banche sono le dirette beneficiarie della fine delle politiche monetarie accomodanti. Perché i maggiori tassi, soprattutto nelle scadenze a lunga, fanno crescere i margini di interesse a beneficio degli utili futuri. I tassi IRS su cui si prezzano i mutui a tasso fisso hanno in questi mesi subito variazioni al rialzo e continueranno a salire nei prossimi mesi.
Questo scenario potrebbe portare gli analisti a rivalutare le stime di utile delle banche per il prossimo anno e per il successivo, rendendo le Banche sempre più attraenti perché più a buon mercato rispetto ai multipli storici.
Seppure il settore bancario abbia realizzato un significativo rimbalzo dai minimi dell’ottobre del 2020, in termini relativi, lo sconto rispetto al mercato e ai multipli storici e’ ancora molto ampio.
Il settore bancario all’interno di una buona pianificazione finanziaria può essere oggi una buona opportunità da mettere in portafoglio.
Quale potrebbe essere il rischio per il settore bancario?
Se la FED o la BCE a causa di una inflazione galoppante fossero costrette ad aumentare troppo e troppo in fretta i tassi tanto da attivare il freno sull’economia, il guadagno frutto dei maggiori tassi verrebbe più che bruciato dai costi sulle sofferenze dei crediti erogati. L’interesse del mercato si sposterebbe di brutto, focalizzandosi sui rischi invece che rimanere centrato sulla redditività. In questo scenario scatterebbero delle prese di beneficio.
Lo scenario favorevole al settore bancario si basa sull’ipotesi di uno scenario di crescita economica. Per far salire le banche è necessario che salgano i tassi. Ma se salgono troppo, potrebbe capitare che proprio le banche saranno le prime a scendere. Perché? Si creerebbe uno scenario di rallentamento economico e questo sposterebbe il focus dalla redditività ai rischi.
E' chiaro che bisogna ben tenere a mente sempre quando si investe che un buon piano d’investimento è tale solo se è correttamente diversificato. E soprattutto che il piano di investimento venga costruito in una prospettiva di medio lungo periodo: l’importanza del corretto orizzonte temporale è essenziale ed indispensabile per beneficiare della tendenza naturale dell’economia mondiale a crescere nel tempo. Anche tu puoi avvantaggiarti delle grandi opportunità secolari che stiamo vivendo e che sono all’orizzonte. Il futuro è molto meno lontano di quel che, forse, oggi immagini.